Il fascino dei vini francesi e dei Bordeaux.
Non tutti i Grand Vin sono uguali. Tra quelli sui quali vale la pena investire c’è Château Lafleur, in forte ascesa.
Questo Grand Cru bordolese è creato con un 50% di Merlot unito al 50% di Cabernet Franc e si trova nella riva destra della regione di Bordeaux, nel dipartimento della Gironda, nella più che rinomata Pomerol. Esattamente come il suo noto vicino, Petrus, e come tutti i vini di questa piccola zona, non riporta nessuna specifica classificazione eppure riesce perfettamente ai imporsi tra i grandi vini mito della Francia.
La sua storia risale a quasi un secolo e mezzo fa, quando Henri Greloud, antenato dell’attuale proprietario Jacques Guinaudeau, acquistò nel 1872 una piccola proprietà di 4,5 ettari.
Dal dopo guerra la proprietà, insieme a quella di Le Gay, venne gestita per circa 40 lunghi anni, dalle due eredi Marie e Thérése Robin, dal carattere modesto, schivo e solitario, che contribuirono fortemente al consolidamento della qualità produttiva, senza rendersi conto di quanto la fama dello Château stesse crescendo.
Jacques iniziò insieme alla moglie Sylvie nel 1986 a dedicarsi alla produzione di Lafleur, affiancando abilmente le zie, e ne prese interamente possesso dal 2002, quando anche Marie venne a mancare. Da allora la coppia porta avanti la tenuta insieme ai figli, in particolare con Baptiste e sua moglie Julie entrati ormai a pieno ritmo. Il loro contributo è stato fondamentale per far sbocciare la tenuta, e hanno saputo costruirsi la loro forte squadra, con la quale mandare avanti con passione e rigore l’impegno preso, ma soprattutto vivono le vigne e la cantina da vicino, curandole come fossero parte della famiglia.
Questa proprietà, mai ampliata o stravolta nel tempo, giova di tre diversi tipi di terreno, che spaziano tra il sabbioso argilloso a nord ovest, la sabbia ghiaiosa centrale e la ghiaia argillosa a sud est e che conferiscono la forte personalità al vino di Lafleur. Entrano poi in gioco la coerenza, la concentrazione, l’opulenza e la grande potenzialità d’invecchiamento, che sono gli altri fattori fondamentali che lo contraddistinguono.
Accanto al tanto acclamato Lafleur, la cantina produce altri 5 vini, tra i quali l’interessantissimo Les Pensées de Lafleur, nato per racchiudere in un certo senso quello che non era ritenuto adeguato alla produzine del Lafleur, ma pur sempre di alto livello qualitativo.
Sono quei vini che tutti vorrebbero assaggiare ma solo pochi fortunati riescono a farlo. In primis per il prezzo, assai sostenuto ma alquanto meritato, ma anche per la scarsa disponibilità sul mercato, che rende questo prodotto una primula rossa, tanto da essere tra i più richiesti per i vini da investimento, e tra i più attesi nei cataloghi delle aste.
Per cui voglio farvi una soffiata… se volete potete trovarlo in una delle enoteche più fornite d’Italia, Galli Enoteca di Senigallia.
Questa enoteca mi ha colpito per la sua vastissima scelta di vini, e per le proposte molto interessanti che provengono proprio dalla Francia, diventando per me un punto di riferimento anche per trovare qualcosa di più particolare e magari ancora poco conosciuto. Se volete sbirciare anche voi per capire di cosa sto parlando date un’occhiata al loro catalogo di vini francesi .
Anche se si possono comodamente ordinare tutti i loro vini online, vale la pena farci un salto se ci si trova nelle Marche, come a me accade spesso, in modo da interfacciarsi anche con gli esperti che hanno curato la selezione e che hanno sempre ottimi consigli da dispensare.
Articolo a cura di Chiara Giannotti
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