Un successone per la 5° edizione di Un Mare diVino…. Un’edizione da record con oltre 2.000 persone approdate sul litorale di Ostia per degustare vini bianchi, rosati e bollicine, principalmente del Lazio, affiancati da una buona rappresentanza di vini marchigiani dell’IMT, grazie al prezioso gemellaggio instaurato il mese scorso in occasione dell’evento Marche diWine.
L’evento è stato allestito lungo i vialetti adiacenti i giardini della storica piazza Anco Marzio, in una sorta di “wine & food village”, con un fitto programma di degustazioni e 4 straordinari show cooking con altrettanti chef di importanti ristoranti di Ostia che hanno animato il litorale Romano, confermando ancora una volta Marche DiVino come la più coinvolgente manifestazione estiva del buon bere.
La manifestazione ha preso il via alle ore 18.00 di Sabato 8 Luglio con il taglio del nastro effettuato della consigliera Valentina Proietti per conto dell’Assessore Antonio Caliendo.
Ho avuto il piacere di presentare personalmente come Vino.Tv, insieme a Sara de Bellis, direttore di MangiaeBevi.it, i 4 seguitissimi show cooking:
- Alessio Sagliocco Simone Curti del Molo Diciassette ha proposto un Crudo di Seppia in Zuppetta di Mandorle con lime e olio di sesamo, abbinato allo Spumante Brut Malvasia Loud di Casata Mergè
- Emanuele Alì Farag de Il Capanno ha proposto Polpo Rosticciato, Purea di Patate Viola e Brunoise di Verdure croccanti, abbinato al Rosato Roma Doc Syrah e Montepulciano di Parvus Ager con l’intervento di Silvana Lulli
- Giovanni Ciaravola di Officine Culinarie ha proposto Gnocchetti di patate, Cacio, Cozze e Lime, abbinato al Frascati Superiore Docg di Volpetti, con l’intervento di Mauro Volpetti
- Marco Stampone di Gusto Glam ha proposto Catalana di mazzancolle su crema di patate e porri abbinato all’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Doc Poggio dei Gelsi di Cotarella, con l’intervento di Enrica Cotarella
Un Mare diVino si è confermato un importante momento di incontro tra il pubblico di appassionati e wine lovers e i produttori di vino, che rappresentano non solo i terroir e le bottiglie a cui danno vita, ma anche e soprattutto le persone appassionate del loro mestiere, che hanno deciso di rendere grande, potente, versatile e ricco il comparto enologico laziale.
Per il Lazio erano presenti due grandi consorzi di tutela, quello del Frascati DOCG e quello del Roma DOC, che insieme hanno portato in degustazione oltre 100 etichette.
E ancora, presenti con il proprio banco, Amor Vitae, Cantina Bacco, Cantina Sant’Andrea, Cantine Silvestri, Cantine Volpetti, Casata Mergé, Etruscaia, Famiglia Cotarella, Gabriele Pulcini, Nina Trinca, Parvus Ager e Tenuta Lungarella.
Per le Marche erano invece a Ostia Brunori, Cantine Belisario, Cantina Suasa, Capriotti, Casa Lucciola, I Tre Filari, Montecappone, Podere I Sabbioni, Sartarelli, Tenuta di Tavignano e Velenosi, per l’Umbria la cantina La Fonte.
Non solo vino, però. Distillerie Capitoline hanno presentato i propri liquori, come “Er Gin” e “Vermut”, mentre Simone Neri – pronipote dell’ideatore del celebre Chinotto – l’antica ricetta del suo “Chinottissimo” e l’amaro Neri.
Ad accompagnare le degustazioni alcune eccellenze gastronomiche come le ricercatezze laziali di Vero, i salumi di Casabona, il pecorino sardo di Silvio Boi e il pane carasau e guttiau di Ferreli, le patatine di Fox Italia e l’Acqua Fiuggi.
Apprezzata anche la selezione musicale dell’esperto dj Sandro Di Martino, che con i suoi dischi al vinile ha realizzato una vera e propria “colonna sonora” dell’evento.
L’ORGANIZZAZIONE
Straordinaria l’organizzazione curata da Fabio Carnevali di RistorAgency e Stefano Albano di Vero Events, che in collaborazione con la Regione Lazio e l’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), e con il patrocinio dell’Assessorato Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma e dell’Assessorato al turismo del X° municipio,
“Siamo molto soddisfatti per il successo avuto dalla manifestazione – dichiara Fabio Carnevali – superate le prime due ore più calde c’è stato un flusso di gente molto sostenuto e costante dalle 20 alla mezzanotte e le cantine hanno potuto far assaggiare i propri vini a una vasta platea, mettendo in luce importanti realtà enologiche della nostra regione, presenti sia come consorzi che individualmente, ma anche nuove cantine emergenti alla loro prima apparizione in pubblico”.
“Un ringraziamento particolare va all’Arsial per la preziosa collaborazione – sottolinea Stefano Albano – e all’ITM (Istituto di Tutela dei Vini Marchigiani) con i quali abbiamo stretto un gemellaggio un mese fa in occasione di Marche diWine, che ha permesso la presenza a Ostia di 11 aziende marchigiane. Grazie anche alla nostra squadra che è stata veramente fantastica, lavorando ininterrottamente dal mattino fino alle due di notte”.
Hanno collaborato alla riuscita dell’evento i media partner RomaToday, MangiaeBevi, Ostia TV e Dimensione Suono Roma.
Un Mare diVino si è avvalso della collaborazione di importanti media partner, come RomaToday, MangiaeBevi, Ostia TV e Dimensione Suono Roma, radio ufficiale dell’evento.
L’EVENTO
“Un Mare diVino” è un importante momento di incontro tra produttori che stanno puntando sempre più alla qualità, persone appassionate del loro mestiere, che hanno deciso di rendere grande, potente, versatile e ricco il comparto enologico laziale, senza dimenticare la presenza degli chef che valorizzano con il loro valore il territorio che ospita la manifestazione, e il gran viavai di pubblico di appassionati del vino che dà forza e valore alla manifestazione.
Ma “Un Mare diVino” vuole essere anche l’occasione per conoscere, attraverso le voci dei suoi protagonisti, le sfide, tra aumenti delle temperature e di rovesci tropicali continui, anticipazione dei tempi della vendemmia e rincari energetici, che attendono il comparto enologico regionale e le risposte già messe in campo tra misure di economia circolare nelle aziende, tra recupero degli scarti, gestione delle acque reflue e gestione dell’energia; o, ancora, le tecniche per mantenere gusto e consumi inalterati, a fronte dei cambiamenti climatici.
I VINI DEL LAZIO TRA PASSATO E PRESENTE
L’antica tradizione vinicola del Lazio è confermata da svariati scrittori latini, tra i quali Catone, Columella, Plinio, Strabone, Virgilio, Marziale. Caratterizzata da un territorio eterogeneo, ricco e complesso, incuneato tra mare, colline, pianure e vulcani spenti, la regione infatti è storicamente vocata alla viticoltura e, quella che negli anni Sessanta e Settanta è stata caratterizzata per una produzione di massa, affidata per la trasformazione prevalentemente alle cantine sociali, oggi ha definitivamente lasciato il posto a una viticoltura di qualità caratterizzata per le rese contenute e l’elevato standard qualitativo.
Il Lazio ha una superficie vitata di quasi 18mila ettari (il 3% a livello nazionale), per il 50% collinare mentre la rimanente parte è suddivisa a metà tra pianura e zone montuose. I vigneti si collocano per il 70% in collina e per il 30% in zone pianeggianti. Le aziende sono 19mila, per lo più di piccole dimensioni, con una produzione media annua di 1 milione di quintali di uva, mentre le cantine sono 450 con una produzione media annua di 800 ettolitri di vino, di cui il 75% sono bianchi e il 70% rivendicato a DO/IG regionale. Il fatturato della produzione di uve è pari a circa 230 milioni di euro (il 6,6% sul comparto agricoltura regionale e il 3% sul comparto vitivinicolo nazionale); il ricavo medio per vigneto è di 4.350 euro ad ettaro.
I vini laziali piacciono anche oltreconfine: nel primo semestre 2022 le esportazioni hanno raggiunto i 47 mln di euro, +11% rispetto allo stesso periodo del 2021. I vini bianchi Lazio DOP hanno fatto registrare esportazioni per 5 mln di euro, +15% rispetto al 2021 (Fonte: Ismea). La mappa regionale dei vini di qualità conta 27 DOC, 3 DOCG e 6 IGT.
L’ultima nata è la DOC Roma, che vive un progressivo consolidamento commerciale offrendo anche un contributo significativo alla qualificazione delle produzioni ottenute. Sul territorio regionale sono ammessi alla coltivazione oltre 60 vitigni. Tra questi, prevalgono nettamente le uve a bacca bianca, in particolare Trebbiano e Malvasia di Candia, mentre per la produzione di uve rosse i vitigni più diffusi appartengono alle cultivar Merlot, Sangiovese e Montepulciano. A questi si aggiungono, su estensioni molto più ridotte, i vitigni autoctoni Malvasia del Lazio e Bellone per i bianchi, Cesanese e Nero Buono per i rossi.
Infine, negli ultimi anni, il Lazio ha lavorato per la riscoperta degli autoctoni, con la produzione di etichette di pregio o il recupero di un legame più profondo con il territorio. Su tutti, ne sono esempio vitigni come la Biancolella di Ponza o il Nero Buono, il Bellone o il Moscato di Terracina, che si affiancano agli “storici” Cesanese, Malvasia del Lazio, Passerina del Frusinate o Aleatico di Gradoli (Fonte Arsial, Agenzia per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio).
UN MARE DIVINO VETRINA DELL’ENOTURISMO NEL LAZIO
Quello tra vino e territorio è un rapporto antico, del resto e nel Lazio è parte integrante del patrimonio culturale, dell’identità e del paesaggio dell’intera regione, tanto che a sono state istituite le Strade del Vino, dell’Olio e dei Prodotti Tipici, per promuovere il territorio con l’enoturismo. Tra queste, si ricordano: Il Tracciolino: Strada delle Tipicità Agroalimentari e La Strada del Vino, dell’Olio e dei Prodotti Tipici della Terra di San Benedetto (entrambe nella Ciociaria; La Strada del Vino, dell’Olio e dei Sapori della Provincia di Latina; La Strada del Vino delle Terre Etrusco Romane; La Strada dei Vini dei Castelli Romani.
Percorsi in cui si ritrovano diversi dei protagonisti che negli anni sono stati presenti a “Un Mare diVino” e che è possibile conoscere visitando le loro realtà aziendali.
LA SEDE DI UN MARE DIVINO 2023: OSTIA E LA SUA ANTICA VOCAZIONE DI PORTO DI ROMA
La nascita dell’insediamento di Ostia, in latino Ostium che significa “Bocca di fiume”, risale secondo la tradizione, al regno del quarto re di Roma Anco Marzio intorno al 630 a.C., sull’allora linea di costa del mar Tirreno e nei pressi della foce del fiume Tevere. Un insediamento legato da sempre al sale (il controllo e lo sfruttamento delle vicine saline alla foce del Tevere furono infatti l’obiettivo principale della fondazione della colonia), sebbene il grande motore di sviluppo della città si rivelerà essere il grano, in particolare a partire dalla tarda età repubblicana e per tutta la successiva età imperiale.
Ma non solo: lo sviluppo demografico, economico e urbanistico di Ostia come scalo portuale di Roma è indissolubilmente legato all’importazione di tutte le merci, che raggiungevano l’Urbe dalle province dell’Impero attraverso le rotte commerciali del “Mare Nostrum”. Vino compreso, che a bordo delle imbarcazioni giungeva nei porti di Ostia e proseguiva risalendo il fiume verso il cuore di Roma, trasportato nelle anfore e nei capaci dolii in terracotta.