Articolo a cura di Saula Giusto
Presso lo SPAZIO NIKO ROMITO di ROMA sito in Piazza Giuseppe Verdi 9 – https://www.nikoromito.com/, il 19.11 scorso è stata organizzata la cena per la stampa ‘Alla scoperta della nuova DOCG TULLUM’, alla presenza del presidente della Cantina Tollo e del Consorzio di Tutela Tonino Verna e di Maurizio Primavera per la cantina Feudo Antico.
Un bel modo per far conoscere (ex novo o meglio) e comunicare una nuova piccola denominazione che, prima di tutto, è nato da un progetto di identità culturale, storica ed economica di una piccola ma importante e preziosa comunità, che fa capo alla cittadina di Tollo.
La DOC e DOP Tullum, divenuta DOCG il 4 luglio 2019, insiste, infatti, su un territorio molto specifico e limitato: il comune di Tollo, in provincia di Chieti (Abruzzo) ed è nata nel 2008 per valorizzare un territorio da sempre particolarmente vocato, con un disciplinare che ha puntato da subito alla grande qualità, grazie a parametri produttivi particolarmente rigidi. La vinificazione deve in loco, sono escluse le uve provenienti dai vigneti in fondovalle o luoghi posti ad un’altitudine inferiore a 80 m slm. Fermo restando i vigneti esistenti, per i nuovi impianti e reimpianti la densità non può essere inferiore a 1.600 ceppi/ettaro per la pergola abruzzese e 4.000 ceppi/ettaro per i filari. La DOCG prende il nome dal toponimo “Tullum” di origine medievale, periodo nel quale i precursori degli attuali viticoltori si affrancarono dalle angherie della classe baronale.
“Il recente riconoscimento a DOCG è un successo di tutto un territorio – racconta il Presidente del Consorzio Tonino Verna – che ci consegna la responsabilità e l’impegno di valorizzare ancora meglio questo angolo d’Abruzzo stretto tra il mare Adriatico e le altitudini della Majella, pregno di una storia vitivinicola millenaria che generazioni di viticoltori hanno saputo tramandare e che oggi ancora più di ieri abbiamo il dovere di proteggere e sviluppare. È un traguardo raggiunto grazie al saper fare squadra degli attori coinvolti in questo ambizioso progetto. La nuova Tullum DOCG testimonia ancora una volta la vocazione alla vitivinicoltura d’eccellenza delle terre tollesi, dietro la quale c’è storia, tradizione, identità e ricerca”.
In particolare, nel corso della cena il Dott. Verna (Dottore in senso stretto, visto che oltre ad essere Presidente del Consorzio e di Cantina Tollo, è anche un medico chirurgo in senso stretto!), ha voluto sottolineare l’importanza del progetto, che ha visto fare fronte comune alle aziende di questo territorio, in primis proprio Feudo Antico e Cantina Tollo, per creare non solo la giusta valorizzazione di un territorio considerato ‘eletto’, nel corso dei secoli, per la viticoltura, ma anche per creare un importantissimo indotto economico di cui potesse giovarsi l’intera piccola comunità di Tollo, che non è cosa da poco.
Partendo dalla lunghissima storia di questo territorio (e semplificandola, per non dilungarsi ad oltranza), qui la coltivazione della vite e del consumo di vino si rileva fin dall’epoca romana, come si può rilevare dalla scoperta di dolia da vino e da olio e celle vinarie e di altri importanti antichi reperti, in parte conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Chieti. A San Pietro di Tollo è stata ritrovata, inoltre, una ‘villa rustica’ romana: uno dei primi antichi esempi di grande azienda agraria, in cui veniva soprattutto praticata la viticoltura. attività che qui attraversò i secoli, dai Longobardi ai Normanni, fino al Regno di Napoli. In epoca più contemporanea, a seguito del ripristino dei vigneti e della loro coltivazione successiva alla distruzione perpetrata dal secondo conflitto mondiale, fortunatamente Tollo risultò essere uno dei pochissimi paesi abruzzesi non interessati, se non marginalmente, dal fenomeno dell’emigrazione.
La Docg Tullum si estende oggi su 14,5 chilometri quadrati (300 ettari potenziali). Le tipologie attualmente prodotte sono: Rosso Riserva, Rosso, Pecorino, Passerina e risponde ad un disciplinare molto rigido.
Una garanzia di grandissima qualità dei vini di questa denominazione è data, inoltre, dall’ambiente pedoclimatico d’eccezione, che ha contribuito in modo fondamentale alla diffusione ed al successo della viticoltura in questa zona nel corso dei secoli. Prima di tutto il clima, che gode delle brezze marine della costa adriatica, posta a pochi chilometri, e dalle escursioni termiche giornaliere create dalla vicinanza con il massiccio della Majella.
Altro motivo d’eccellenza del territorio deriva dalle peculiarità dei suoli, caratterizzati di substrati sciolti, poco fertili e da terreni fini, spesso differenti da frazione a frazione (si possono rilevare: terreni di medio impasto, leggermente calcarei, ricchi di scheletro; terreni tendenzialmente marnosi, ricchi di calcare; terreni di medio impasto, tendenzialmente argillosi, di nuovo con presenza di scheletro, ecc.), anche in considerazione dei diversi micro-climi che vi sussistono. Proprio tali differenze tra clima e terreno nelle singole frazioni, identifica le tipologie dei vini in base alla loro collocazione sul mappale, rendendo riconoscibile il vino prodotto in una specifica area. Per questo nell’ambito della DOCG Tullum si possono identificare singoli crus relativi a specifici vigneti e vengono individuati nei singoli fogli di mappale le aree autorizzate all’impianto delle specifiche varietà, per fregiarsi della denominazione.
Venendo alla degustazione dei 4 vini presentati nel corso della cena, tutti prodotti dalla cantina Feudo Antico, ecco i miei personali appunti di degustazione, che voglio però far precedere dalla descrizione delle ottime portate in abbinamento, realizzate a cura dell’Executive chef Gaia Giordano:
‘Funghi con maionese di patate, colatura di funghi e prezzemolo’
‘Bomboloni cacio e pepe’
‘Polpette di bollito al pomodoro’
‘Tiramisù’
Piccola annotazione: il menù è stato servito con il pane fatto in casa di Spazio Niko Romito, un prodotto davvero notevole!
DOCG Tullum Spumante Brut Metodo Classico
Uve: Chardonnay 100%. Vinificazione: fermentazione in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Permanenza sui lieviti in vasche di vetrocemento e acciaio per almeno 6 mesi. Rifermentazione in bottiglia. Affinamento in bottiglia sui lieviti per minimo 30 mesi.
Giallo paglierino brillante, dai riflessi verdolini e dal fine perlage. Al naso mi investe subito un netto agrume, limone e cedro, a cui segue una leggera frutta tropicale, crosta di pane, cedro candito ed erbe aromatiche: un misto di menta e salvia. Al palato è delicato, sottile, dalla bolla non invadente, sapido e fresco, non particolarmente impegnativo, ma molto gradevole. Di buona rispondenza e lunghezza, mi ha lasciato un buon sapore fresco che sapeva di cedro.
DOCG Tullum Passerina 2018
Uve: Passerina 100%. Vinificazione: macerazione a freddo delle bucce e fermentazione in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Affinamento sui lieviti in vasche di vetrocemento per 6 mesi.
Giallo paglierino scarico, brillante. Al naso è delicato e aggraziato: percepisco subito fiorellini freschi, gelsomino e ginestra, seguiti da mela gialla acerba, lime e salvia. Coerente al palato, in cui si percepiscono i fiorellini e la frutta, fresco e di buona sapidità. Piacevole e pulito nel finale.
DOCG Tullum Pecorino Bio 2018
Uve: Pecorino 100%. Vinificazione: starter fermentativo spontaneo ad opera dei lieviti presenti sulle uve biologiche, con macerazione delle bucce e successiva fermentazione in vasche di cemento. Affinamento sui lieviti in vasche di cemento e acciaio. Il vino viene imbottigliato senza essere filtrato né stabilizzato.
Giallo dorato leggermente opaco, vista l’assenza di filtrazioni. Mi hanno colpita i sentori profondi, interessanti, leggermente selvatici e di fungo, che si svolgono dopo qualche secondo in un frutto maturo, albicocca e banana, nella camomilla quasi essiccata, per poi di nuovo far percepire sensazioni più curiose di sulfureo, affumicato e cereale. Al palato percepisco un leggerissimo tannino, un’ottima sapidità, buona freschezza e netta rispondenza. Lungo e saporito nel finale.
DOCG Tullum Rosso 2014
Uve: Montepulciano 100%. Vinificazione: macerazione delle bucce a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox con intercapedine. Affinamento in vasche di cemento vetrificato per 14 mesi.
Rosso cupo, unghia porpora. Al naso mi investe un’intensa mora di gelsi nera, il mirtillo ed il ribes nero ancora freschi. Arriva poi una delicata rosa e tanta liquirizia dolce, una leggera genziana, del tabacco fresco e leggeri sbuffi balsamici e mentolati. Al palato percepisco un ottimo frutto ancora croccante, condito da un’ottima sapidità e corpo, supportato da buona freschezza e tannini ben presenti ma setosi. Ha già un buon equilibrio. Rimane al palato un lungo sapore di liquirizia, netto e pulito.
0