Il ristorante si trova in un vicoletto nel pieno centro di Trapani, all’interno della Giudecca, il quartiere ebraico. A primo impatto mi è piaciuto subito. Spartano ma accogliente, semplice ma molto curato. Alle pareti degli originalissimi quadri, che ho scoperto poi essere di Enzo Patti, e che si sposavano perfettamente con l’ambiente circostante. Sono però solo provvisori perché hanno la simpatica idea di ospitare un artista diverso ogni due mesi, grazie all’impegno di Sergio Aquila che si occupa di gestire le mostre e gli eventi.
A spiegarmi tutto è Marilena, la simpaticissima ragazza in sala, ed in poco tempo sembriamo due amiche! 🙂 Mi illustra ogni piatto, mi racconta con passione come siano strettamente legati alla tradizione Trapanese, alla quale lo Chef tiene particolarmente. Non a caso, ha scelto il nome Salirosso, ossia Sale Grosso, ovvio richiamo alle numerose Saline presenti a Trapani.
Il benvenuto, offerto dalla casa, è un “Salamureci”, ossia un piatto povero della tradizione trapanese fatto con pane raffermo, pomodoro, mandorle, aglio e basilico. A renderlo però unico è l’estro dello Chef che ci ha aggiunto del tonno, delle vongole e la polpa di granchio. Ne deriva un piatto molto gustoso, ricco dei sapori della sua terra. Si accompagna a dei grissini fatti in casa con farina 00, farina di mandorle, semi di girasole e formaggio Gouda.
Altro piatto interessante è il “Polpo accaponato”, tenerissimo polipo cucinato con gli ingredienti tipici dell’Isola come Capperi, cipolla, sedano, fichi secchi, pomodori secchi, olive, melanzana, olio aromatizzato con mandorle, aglio e basilico. Viene servito con dei croccanti Krackers ai semi di zucca.
Un must da non perdere, anche perché Trapani ne è la patria, è il “Cous Cous Imperiale”, un trionfo di frutti di Mare, totani, gamberi rosa e pesce da zuppa, conditi con aglio, cipolla, pomodoro, prezzemolo e vino bianco.
Mi sono piaciuti molto anche i “Fusilli al ragù bianco di Ricciola e frutti di mare”, dove ritroviamo le melanzane e la cipolla. Sopra una spolverata di pangrattato che amalgama il tutto e gli da una piacevole croccantezza.
Golose le “Polpette di sarde in agrodolce con peperoni e datteri”. Un mix di sapori esplosivi, che uniscono al gusto delle Sarde e dei Peperoni un mix di aromi e spezie come menta, curry e peperoncino.
Per finire ho scelto il “Dessert Salirosso” un divertente connubio dei dolci più tipici di Trapani: la Cassata, l’Amaretto ed il Cannolo. Una mattonella di sapori entusiasmanti, eccezionale anche se un po’ pesantina. 🙂 I dolci comunque sono tutte opere d’arte realizzate da uno dei pasticceri più quotati della città, Vito Filingeri.
C’è una buona attenzione alla presentazione dei piatti, ma le porzioni non sono di certo da Nouvelle Cuisine, sono tutti piatti molto ricchi sia di sapori che di proporzioni.
Alcune rivisitazioni della tradizione ed alcuni accostamenti possono anche sembrare azzardati, ma il risultato nel piatto alla fine l’ho trovato sempre sorprendentemente ben riuscito.
Gli ingredienti sono principalmente quelli tipici Siciliani, che si ripetono, si alternano e si confondono. Ad arricchire le ricette della tradizione trapanese si ritrovano, oltre alla fantasia, anche l’influenza Palermitana e Spagnola, due posti dove lo Chef ha trascorso lungo tempo prima di rientrare nella sua città di origine ed aprire Salirosso due or sono, insieme a Ezio Pagano, l’accogliente proprietario.
Ho avuto la grande fortuna di capitare al tavolo proprio di fronte alla cucina a vista. Così ho potuto osservare tutti i loro segreti, ma anche l’armonia e la dedizione con la quale giostravano le danze, sfornato rapidamente un piatto appresso all’altro.
Il Maestro d’orchestra si riconosce immediatamente. Con il suo cappello nero e l’aria severa, dirige con passione e non si ferma un momento! Tanto che volevo “catturarlo di nascosto” in una foto dietro di me ma non ci sono mica riuscita! :=0
Alla fine infatti mi sono arresa e a fine serata l’ho dovuto far mettere in posa con le sue Angels!! Ma si è arrestato per un attimo con moltissima dolcezza e con un grande sorriso che confermava in pieno quello che dicono di lui: “un tipo estroso, ma molto buono”. E fare due chiacchiere con lui è piuttosto affascinante.
Si chiama Angelo Benivegna, trapanese, ed è classe 1953.
Che sia un tipo particolare lo si capisce subito. È un personaggio eclettico, che spazia da Gastronomo a Giornalista, da Fotografo a Chef, girando per l’Italia e per il mondo.
Ma basta ascoltare i suoi piatti per conoscerlo meglio. Parlano di lui, della sua storia, delle sue origini, delle sue esperienze, del suo estro e della sua grande passione.
Non Potevo che scegliere un vino Siciliano per brindare ed accompagnare questa bella cena: il Kebrilla di Fina. La Carta dei vini è abbastanza essenziale, onora la sua regione e non lascia spazio per le altre.
Un brindisi finale anche al conto che è del tutto onesto per una piacevole ed ottima cena Trapanese.
Salirosso
Cucina alla Trapanese
Via Sant’Eligio, 13 – Trapani
0923 1890461
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