Articolo di Saula Giusto
Mi ritengo fortunata di aver conosciuto un anno fa il titolare dell’azienda Agricola L’Avventura, Stefano Matturro (direttore, inoltre, della Cantina Sociale del Cesanese del Piglio), che mi ha invitata alla bella iniziativa di Slow Wine CentoCene, giunta alla sua decima edizione.
Quest’anno questa manifestazione risulta essere ancora più importante, perché coincide con i primi dieci anni della Guida Slow Wine e coincide con i 30 anni del Manifesto di Slow Food scritto da Folco Portinari.
L’edizione di quest’anno di CentoCene per Slow Wine regala la possibilità agli aderenti di contribuire alla campagna internazionale di raccolta fondi “30 years of the Slow Food Manifesto – Our Food, our Planet, Our Future”. Si aggiunge alle migliaia di eventi organizzati fra l’1 e il 10 dicembre da tutte le delegazioni della chiocciola nel mondo, che si pongono l’ambizioso obiettivo di far riflettere sull’emergenza ambientale e climatica legata al cibo, sottolineando sempre di più la sua correlazione con il futuro del Pianeta.
Per ulteriori info:
https://www.slowfood.it/slowine/tornano-le-100-cene-per-slow-wine-cercate-la-vostra/
Queste cene vedono il coinvolgimento, in stretta collaborazione con l’Associazione, di Osterie, Enoteche, Wine Bar, Locali del Bere Slow assieme ad ottimi produttori, che hanno l’occasione di raccontare i propri vini, territori di provenienza ed aziende, in un’atmosfera calda e conviviale. Nel corso della cena possono essere degustati i vini selezionati nella guida 2020 quali Vino Slow, Grande Vino e Vino Quotidiano o i vini prodotti dalle aziende riconosciute con i simboli Chiocciola, Bottiglia e Moneta.
La serata organizzata da Stefano Matturro e da Francesca Litta, rappresentante dei Territori del Cesanese di Slow Food, è stata realizzata proprio per realizzare tali fini con la massima cura.
Il menù ed i vini presentati in abbinamento sono stati eccellenti, ben valorizzati dalla calda e familiare ospitalità di Stefano e dalla presenza di produttori di valore quali Marco Carpineti, Giusy Ferraina per San Vitis ed il giovanissimo titolare di Cantine Il Moro di San Vito, Alessandro Luciani, che ha solo 24 anni!!
Stefano ha ospitato questa bella iniziativa presso il Casale VerdeLuna, una bella costruzione in pietra, restaurata assieme alla moglie Gabriella con attenzione e amore, che richiama atmosfere di campagna toscane.
Il casale gode di una location baciata dalla fortuna: è sito nel cuore del territorio di Piglio, l’antico borgo medievale posto a ridosso dei monti Ernici, che si affaccia sulla omonima vallata, circondato da oliveti e vigneti di Cesanese, che qui hanno trovato un territorio d’eccezione.
Sito su una collinetta in località Civitella, il Casale VerdeLuna ti regala proprio questo bel panorama, incastonato come una gemma a corona dai filari di Cesanese di Affile, il vitigno autoctono principe ed emblema di questo territorio. L’affaccio mattutino sui vigneti è uno spettacolo.
Il casale è un Agriturismo che offre ai viaggiatori un’accoglienza calda e familiare, dalle camere arredate con un gusto rustico molto raffinato. La cucina proposta è per lo più home made, genuina e con un occhio alla grande qualità della materia prima che, quando non è prodotta in casa, è a kilometro 0.
Le paste sono tirate a mano, il pane è fatto in casa a lievitazione naturale (ottima la scrocchiarella cacio e pepe!) e i dolci sono evocativi delle preparazioni create dalle nostre nonne. I prodotti utilizzati nelle preparazioni e serviti provengono rigorosamente da aziende agricole locali (carne d’agnello dei pascoli ciociari, formaggi di bufala e pecora, legumi, miele di montagna, castagne dei monti Lepini e tartufo nero della zona), con un occhio attento all’alta qualità e stagionalità dei prodotti freschi.
Le sale ristorante in cui si è svolta la cena Slow Wine, sono molto accoglienti ed ampie, dotate di un grande e caldo camino, arredate con gusto e decorate, tra le altre cose, da mostre di quadri temporanee di artisti contemporanei; scelta che trovo interessante ed intelligente. In questi giorni si possono trovare appese le opere di Raffaella Manca, molto colorate e dallo stile estremamente personale, acquistabili direttamente presso il casale.
Prima di cena, Stefano ci ha accompagnati al di sotto della sala ristorante, in cui è presente un’ulteriore grande sala/taverna, adatta a creare eventi e feste, che confina con una piccola bottaia. Qui riposa in affinamento il Cesanese in barrique e tonneaux, per realizzare le etichette di punta dell’azienda l’Avventura.
L’Avventura nasce da un sogno e dall’innamoramento per queste terre di Stefano e Gabriella nel 2015, con l’acquisto di 3,5 ettari di terreno, il Casale VerdeLuna e l’idea di produrre Cesanese DOCG, Passerina IGT e altre chicche del territorio come il Rosso del Frusinate IGT, a cui si deve aggiungere un uliveto di circa 120 piante e un’ottima produzione di olio EVO.
In azienda sono coinvolti con tanto trasporto molti familiari di Stefano e Gabriella, dal nipote in vigna ed in cantina, alla nipote nel commerciale, alla figlia fidanzato che si occupano della comunicazione.
La serata è iniziata con un buffet di antipasti sotto il segno della tradizione e del territorio, a base di bruschette miste (con lardo, radicchio e cipolla caramellata, patè di coratella), prosciutto stagionato tagliato al coltello, pane, focaccia e scrocchiarella cacio e pepe fatti in casa, innaffiati da ottimi Conegliano Valdobbiadene Prosecco e Franciacorta Riserva Esclusiva Brut 2008 Cavalieri.
Le portate ci sono poi state servite seduti al tavolo, in cui erano presenti, oltre a Stefano e Gabriella, il nipote che si occupa della vigna, la mia collega ed amica Michela Irione, che mi ha gentilente accompagnata e, con mio grande piacere, il grandissimo produttore di Cesanese, che non ha bisogno di presentazioni, Marco Carpineti.
In abbinamento abbiamo potuto degustare una bella selezione di vini presenti in guida.

Frascatelli fatti in casa con farine di grani antichi di Terre Sane, alla crema di zucca e granella di Amaretto di Guarcino
C’è stato servito un iniziale bis di primi. Siamo partiti con i Frascatelli fatti in casa con farine di grani antichi di Terre Sane, alla crema di zucca e granella di Amaretto di Guarcino, abbinati al Collio Friulano Rolat 2019 di Dario Riccardo ed al Verdicchio di Matelica 2018 di Collestefano.
Ci tengo a descrivere il Verdicchio, poiché è un vino che mi ha colpita particolarmente e che mi ha regalato sensazioni gustative da ricordare.
Giallo paglierino molto brillante e dai riflessi verdolini, già dall’impatto visivo ti fa percepire un carattere giovanile, ma foriero di grandi promesse.
Al naso è verticale ed ampio al tempo stesso, e mi ha regalato un vortice delicato, ma estremamente vario di sentori, che vanno dalle erbe aromatiche delicate, salvia e lemongrass, alla mela verde acerba, al cedro fresco, al sambuco, alla pietra focaia, ad una curiosa fine nota mentolata nel finale. Al palato la beva è freschissima ed estremamente sapida e minerale, croccante, fine, dall’ottima struttura e rispondenza, nel richiamo di cedro, sambuco e mela verde. La sorpresa maggiore arriva da un finale netto davvero lunghissimo che lascia una bocca fresca molto buona ed un sapore infinito.
Come successivo primo piatto, ci sono stati serviti dei golosissimi Ravioli ripieni di Gran Cacio di Morolo, che colava godurioso al taglio, con ragout di Manzo Limousine.

Ravioli ripieni di Gran Cacio di Morolo, che colava godurioso al taglio, con ragout di Manzo Limousine
I vini in abbinamento erano un Gioia del Colle Primitivo 2017 di Fatalone, un vino particolare, sottile e dai curiosi sentori di cipria e blush, e un Alicante 2018 di Ampeleia, profumato di rosa e gradevolissimo.
Come fuori programma, a sorpresa, abbiamo potuto degustare con il piatto anche due ottimi Bellone, di Cantine Moro e di San Vitis, che i rappresentati delle due cantine presenti in sala, con nostro sommo apprezzamento, hanno portato in degustazione.
Come secondo piatto, standing ovation per un pazzesco Maialino Nero dei Monti Lepini cotto a bassa temperatura, glassato con miele di produzione aziendale e castagne di Segni, con contorno di patate arrosto. Si scioglieva in bocca ed era di una bontà infinita.

Maialino Nero dei Monti Lepini cotto a bassa temperatura, glassato con miele di produzione aziendale e castagne di Segni, con contorno di patate arrosto
In abbinamento abbiamo degustato il Barolo Cannubi 2014 di Borgogno & figli, in realtà il vino più ‘sottotono’ della serata, anche rispetto alle grandi aspettative che l’etichetta crea, e il Camere Pinte Cesanese del Piglio Riserva 2017 de L’Avventura.
Quest’ultimo, al contrario, si è rivelato un vino decisamente ‘sopratono’ se mi si consente il termine, inventato da me per contrapposizione: dal colore rubino scuro e concentrato, dal naso potente ed elegante, di frutta rossa di bosco matura, specie mora, di radice di liquirizia e dai terziari raffinati, soprattutto di tabacco e chiodo di garofano. Il l legno è ancora ben presente ma ben dosato. Dalla grande potenza al palato, caldo, offre un tannino serico ed una buona freschezza; ancora scalpita, ma ti lascia un lungo sapore di liquirizia molto gradevole. Si presenta come un ottimo prodotto, che darà il meglio di sé con un giusto e meritato riposo in bottiglia ma che, già da ora, palesa chiaramente il suo valore.
Mi fa piacere rilevare come, di annata in annata, L’Avventura stia dimostrando, nella propria produzione, una progressione qualitativa in ascesa, degna di rilievo.
Ne abbiamo avuto contezza anche dall’assaggio del resto di tutti gli interessanti vini dell’azienda e del Mattolio, l’ottimo olio EVO.
La cena si è conclusa in bellezza con dolce che sapeva di casa e tradizione: La Torta alle castagne e cioccolato fondente con mousse al cioccolato, innaffiata dal Moscato D’Asti 2018 di Canelli, un vino delizioso che non tradisce mai!
Per ulteriori info su Casale VerdeLuna e Agricola L’Avventura:
https://www.casaleverdeluna.it/
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