Opus One può essere considerato il primo Premium Wine del nuovo Mondo, quasi l’inizio di una nuova era.
Nasce nel 1979 dalla Collaborazione di due personaggi incredibili dell’enologia mondiale, due caratteri estremamente forti, lungimiranti e geniali, uniti per un grande progetto, studiato da tempo e che ebbe da subito un enorme eco ed un immancabile successo.
Il primo è il Barone Philippe de Rothschild, nome che non ha bisogno di tante presentazioni. A soli 20 anni prese in mano Château Mouton Rothschild, ne stravolse la natura e fu l’ideatore delle etichette dipinte da grandi artisti.
il secondo è Robert Mondavi, di antiche origini marchigiane, anche lui si è distinto sin da giovane per la sua lungimiranza ed è indiscutibilmente pioniere del vino del nuovo mondo, in particolare della California.
Suggellarono l’etichetta con i loro due profili e le loro firme personali, a sottolinearne l’importanza e credibilità del tutto, mentre cercarono per questo vino un nome latino, in modo che potesse rimanere neutro e facilmente pronunciabile per entrambe le lingue, francese e americano. “Opus” in gergo musicale indica il primo capolavoro di un compositore, e venne proposto dal Barone che da sempre aveva dimostrato il suo lato vicino all’arte di ogni genere. Poi venne affiancato e rafforzato dalla parola “One”.
Scelsero la zona più presigiosa della California, la Napa Valley, a Nord di San Francisco, famosa in particolar modo per il Cabernet Sauvignon, che anche per questo vino rappresenta l’uvaggio decisamente predominante in un blend di vitigni internazionali, tipo bordolese.
Il carattere di Opus One è strettamente legato alla vendemmia, ed il1998, che ho avuto il piacere di stappare, non fu una delle migliori, ma fu quella utilizzata per celebrare i 20 anni della nascita della Cantina. A me è piaciuta molto perché sulla corposità del vino prevalgono in questo caso la delicatezza e l’eleganza. Non è quindi muscoloso, bensì piacevolissimo ed avvolgente sia al naso che in bocca. Spiccano le note di ribes nero, di vaniglia, di cioccolato e tostatura, mentre risulta contenuto il sentore del legno, specialmente paragonato ai rossi conterranei. Accarezza la bocca con la sua liquirizia ed i suoi aromi infinitamente piacevoli e nella sua bella persistenza ha un retrogusto speziato e ricorda perfettamente le sensazioni espresse al naso.
Grande vino. Grandissimo vino.
E in abbinamento cosa ci ho messo??? Un gustosissimo filetto allo Speck…
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