Sapete quali sono i vigneti tra i più particolari e affascinanti del mondo?
Grazie al loro aspetto si differenziano da qualsiasi altra vigna. Piccole piantine spuntano come per miracolo da un terreno vulcanico e desertico, scuro come la fuliggine, che per contrasto esalta il colore verde smeraldo delle viti. Un aspetto lunare del luogo viene dai crateri scavati per ospitare le singole piante che sono poi protette anche da piccoli muretti costruiti in pietra lavica per ripararle dal forte vento caratteristico di questo arcipelago spagnolo.
si trovano infatti a Lanzarote, una delle 7 isole delle Canarie al largo della costa dell’Africa Occidentale, sotto dominio della Spagna. Il terreno è stato segnato dall’eruzione vulcanica di Timanfaya avvenuta nel XVIII secolo, e proprio dopo questa trasformazione diventa adatto alla coltivazione della vite, grazie allo strato superficiale di detriti di lava e cenere, detto Picon, che aiuta, in questo clima arido arido, a trattenere l’umidità che si forma la notte e a farla scivolare fino alle radici.
Io ho avuto piacere di provare, nella limitrofa isola di Fuerteventura, un’ottima espressione di Malvasia Vulcànica secca, detta anche “di Lanzarote”, dato che non solo è il vitigno più diffuso dell’isola dove i bianchi fanno da padrone, ma è anche l’unico posto dove si sviluppa questa particolare tipologia prefillossera e la prima uva europea ad essere vendemmiata, con una raccolta che avviene già a Luglio.
Il vino ha una nota spiccata di pietra focaia e un naso delicato con note di frutta tropicale e accenni di agrume, richiami floreali e oserei dire anche erbacei. In bocca è fresco, vivace, con una buona tempra e con un ritorno a questa sensazione di affumicatura e di forte salinità.
Un vino non banale, che si distingue, come la bottiglia che lo racchiude nel caso della Malvasia della Bodega Los Bermejo, che spopola a Fuerteventura, in particolare nei due ristoranti che ho più apprezzato durante il mio soggiorno sull’Isola:
Il Mirador de Sotavento a Costa Calma
La Barreca a Taralejo.
Inutile dire che l’abbinamento con la Paella è d’obbligo, meglio ancora con quella “de Mariscos”, che entrambi i ristoranti fanno egregiamente come loro specialità ma con una rivisitazione tipica delle Canarie che l’avvicina più a un risotto che alla tradizionale paella Valenciana.
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