Il vitigno Schiava attraverso un memorabile viaggio in Alto Adige

Il vitigno Schiava attraverso un memorabile viaggio in Alto Adige.

La schiava è il vitigno che per lungo tempo ha dominato incontrastato il territorio vinicolo altoatesino, anche se negli ultimi anni è stato piano piano soppiantato dai vitigni bianchi. Resta però un grande punto di riferimento della viticoltura dell’Alto Adige per la quale gioca un ruolo di primo piano.

Oggi gli ettari di schiava si sono notevolmente ridotti, ma questo processo fa anche parte di un percorso di riqualificazione che sta portando a produrne meno ma puntando su maggiore qualità, grazie a una selezione dei cloni e degli appezzamenti maggiormente vocati.

Il suo più grande sviluppo si ebbe durante l’occupazione dei bavaresi nel 1810 poiché la domanda di vino cresceva e questo vitigno era ideale per dare rese generose. Oggi si è capito invece che può dare grandi risultati a livello qualitativo e le rese sono molto più contenute in modo da valorizzarlo al meglio. Negli ultimi 50 anni la percentuale di Schiava presente nel territorio è passata da una copertura del 68% dei vigneti al 12,5% con un totale ad oggi di 696 ettari di Schiava.

La coltivazione è incentrata principalmente in 3 diverse aree dell’Alto Adige:

St. Maddalena che dà corpo e struttura

Caldaro (Lago) che regala vini morbidi e fruttati

Meranoche esalta l’aromaticità.

Queste zone sono particolarmente vocate grazie al microclima caldo, una buona ventilazione, e vignati situati fra 400 e 500 metri sul livello del mare, con ampia escursione termica. Queste caratteristiche aiutano l’espressione degli aromi e il mantenimento di una buona acidità. Nelle prime due zone si concentra il 90% della produzione totale, e ognuna gli conferisce delle sfumature differenti.

LE SUE CARATTERISTICHE PECULIARI

 

Ci troviamo quindi di fronte a un vitigno che oggi esprime vini sempre più interessanti e con una personalità più definita.

In linea di massima si contraddistinguono 3 diversi cloni: La Schiava Grossa, La Schiava Gentile e la Schiava Grigia ( soli 12 ettari in totale), che però hanno caratteristiche piuttosto simili.

Nella sua versione più tipica la Schiava viene affinata in acciaio, o al limite in legno grande e piuttosto esausto. Produce così vini giovani dal colore rosso molto scarico, dai piacevolissimi sentori fruttati al naso, nei quali ciliegia, lamponi, ribes e fragola fanno da padrone, con note floreali di Viola e spesso di mandorla. In bocca ha un’ottima freschezza con una splendida morbidezza data da tannini delicatissimi quasi impercettibili, una struttura molto gradevole e una buona persistenza.

Sfumature di colore della schiava: 2016 - 2018 - 2019

Sfumature di colore della schiava: 2016 – 2018 – 2019

Questo suo lato morbido, fresco e fruttato, li rende vini molto versatili negli abbinamenti, con una propensione anche a essere serviti a temperature più fredde per accompagnare per esempio saporiti piatti di pesce.

Dai vari assaggi fatti ho potuto però riscoprirla anche in altre versioni , dalle selezioni in vigneto più complesse e strutturate, alle versioni Riserva e addirittura dolci. Ma la sorpresa più grande è stata degustare delle versioni classiche normalmente bevute giovani, lasciate maturare e proposte con parecchi anni sulle spalle che non hanno intaccato la sua piacevolezza, anzi.

IL NOME SCHIAVA

Non si conosco bene le origini di questo vitigno, le cui prime testimonianze risalgono al 1195 a Brescia, ma sicuramente il nome italiano “Schiava” , non lo aiuta dal punto di vista dell’immagine e della commercializzazione ed è un peccato perché questo vitigno merita grande attenzione. Questo termine deriva probabilmente dal tipo di allevamento che in origine, durante la dominazione longobarda, avveniva su piante molto basse, soprannominate vineis sclavid in contrapposizione all’allevamento alto – majores – sostenuto da alberi o dal fatto che queste viti necessitano un supporto in legno al quale appoggiarsi e del quale diventano schiave, invece di crescere in liberta come nel caso dell’alberello.

Le viti di Schiava

Le viti di Schiava

Non è ben chiaro perché in tedesco sia conosciuta come “Vernatsch”, che ricorda la nostra “Vernaccia”, un vitigno assai diffuso in Italia, che attualmente esiste con due varietà bianche di San Gimignano (Toscana) e di Oristano (Sardegna), e una rossa quella di Serrapetrona nella Marche. Fatto sta che il termine “Vernaccia” in italiano, e quindi “Vernatsch” in tedesco, deriva dal latino verna, che indicava lo schiavo nato nella casa del padrone.

IL METODO DI COLTIVAZIONE A PERGOLA

La Schiava viene tradizionalmente coltivata con il metodo della Pergola che ancora oggi risulta essere il più adatto per questa tipologia.

Questo sistema di allevamento è così chiamato perché forma un vero e proprio tetto di foglie che va a proteggere il frutto con la sua buccia sottile, mantenendolo all’ombra e salvandolo anche dalle leggere grandinate. È un metodo molto impegnativo per i produttori, ma aiuta l’uva a preservare al meglio le sue caratteristiche di freschezza, eleganza e intensità olfattiva.

La pergola nella tenuta di @waldgries

La pergola nella tenuta di @waldgries

Al Contrario, il Lagrein con il quale viene associato per il Santa Maddalena, viene spesso coltivato con il sistema Guyot che grazie al fil di ferro permette alla vite di crescere formando doppi archi che espongono l’uva al sole e danno modo alle uve di maturare maggiormente e acquistare più intensità, densità e corpo, che sono caratteristiche essenziali di questo vitigno.

 

LE CANTINE

 

Vediamole insieme alle loro tenute mozzafiato che spaziano anche qui da cantine secolari a strutture futuristiche e all’avanguardia, che esaltano ulteriormente questo territorio, già affascinante e unico grazie alle sue splendide vallate.

Ecco qualche esempio di Schiava degustata durante il meraviglioso tour con il consorzio dei vini dell’AltoAdige.

 

ANSITZ WALDRIES

La cantina risale al 1242 ed è stata rilevata nel 1982 dal nonno dell’attuale proprietario Christian Plattner che ci ha carinamente accolto.

Camminando nel suo interno si respira l’aria di sapienza e passione tramandata da secoli.

l'interno della Tenuta di @Waldgries

l’interno della Tenuta di @Waldgries

Il fascino di questa cantina storica è stato anche arricchito e valorizzato da interessanti pezzi e quadri di arte moderna che si intervallano a botti e strumenti antichi, rendendola un posto magico.

Le botti vengono utilizzate per il Lagrein, un vitigno che richiede particolarmente una maturazione in legno, mentre la Schiava viene affinata in acciaio.

La tenuta di @waldgries con il proprietario

La tenuta di @waldgries con il proprietario Christian Plattner

I vigneti che circondano questa Tenuta godono di un clima mite e particolarmente soleggiato con temperature estive che si aggirano sui 30°C, tanto da essere caratterizzato da un’ampia varietà di piantagioni, che spaziano dal Cipresso al Fico, dall’Olivo alla Palme e addirittura il Cactus.

St. Magdalener Classico 2019

Santa Maddalena è un paesino contornato da una zona vitivinicola particolarmente vocata e caratterizzata da un microclima mediterraneo. Grazie alla sua posizione fortunata dona il nome alla Doc S. Maddalena Classico, un vino prodotto principalmente con il vitigno Schiava con l’aggiunta facoltativa di una parte di Lagrein che va dal 4 al 10% massimo.

In questo caso è Schiava con un 7% di Lagrein circa.

Punta su freschezza di frutta, croccante a polpa rossa alla quale si aggiungono delicate spezie.

La selezione di vini di Waldgries

La selezione di vini di Waldgries

Antheos St. Magdalener Classico 2019

Schiava con un 7% di Lagrein circa.

Più struttura più nervo derivante dalle basse rese e dalla diversità di cloni che danno anche più complessità.

CANTINA DI BOLZANO / KELLEREI BOZEN

Nasce nel 2001 dalla fusione tra la cantina di St. Maddalena è quella di Gries.

Oggi contano 225 soci su 350 ettari.

esterno e vigneti Cantina di Bolzano

esterno e vigneti Cantina di Bolzano

La costruzione della nuova cantina è stata fatta scegliendo un posto nuovo dove poter realizzare, fuori dal centro e nel verde, una struttura di design che punta su avanguardia, sostenibilità e risparmio energetico, disegnata da un architetto di Bolzano. Il grande cubo all’ingresso riprende l’immagine delle foglie di vite e suggerisce il forte legame che la cantina ha voluto instaurare con sostenibilità e ambiente, legati a modernità e avanguardia.

Cantina di Bolzano

Cantina di Bolzano

Sono 4 piani scavati sotto terra. I lavori sono iniziati nel 2016 per essere ultimati nel 2018.

St. Maddalena Classico 2019 e 2018

Da sempre, l’uvaggio di questa denominazione è costituito da un minimo del 90% di Schiava e 10% di Lagrein che di solito si trovano già mischiati insieme nel vigneto.

La Schiava apporta il fruttato, la ciliegia rossa, la viola e la mandorla

Il Lagrein invece cacao, struttura e un po’ di tannino.

Linea di Schiava Cantina di Bolzano

Linea di Schiava Cantina di Bolzano

Moar 2019, 2018, 2016

Selezione da un vigneto unico di un solo ettaro. Vigneto ricco di vari cloni di schiava che gli danno la complessità di corpo e di profumi.

Questa declinazione in diverse annate fa percepire come il vitigno Schiava abbia la capacità di maturare benissimo nel tempo, dando splendidi risultati come nella 2016 che è stata tra l’altro una grande annata

Linea Moar declinata in 3 diverse annate

Linea Moar declinata in 3 diverse annate

CORTACCIA / KURTATSCH

Una cantina storica nata nel 1900. Da poco inaugurata la nuova sede, moderna e impattante con la sua architettura particolare che riprende l’idea della roccia dolomitica che caratterizza questo territorio. Una struttura originale e imponente che riesce a spiccare in modo armonico ed elegante.

Esterno cantina Cortaccia

Esterno cantina Cortaccia

Il simbolo della cantina riprende tre cipressi simbolo di tre concetti che li contraddistinguono :

Piedi per terra , Terroir unico e un Team giovane e dinamico.

Hanno i vigneti che vanno dai 220 ai 900 m s.l.m con un dislivello di ben 700 metri dandogli una diversificazione importante di microclimi.

Bottaia Cantina Cortaccia

Bottaia Cantina Cortaccia

Sonntaler Schiava 2019

Nome della Schiava prodotta con la prima vendemmia del 1994. Il nome indica “posto soleggiato”. Poi nel tempo è stato soprannominato La schiava dalle viti vecchie poiché da sempre viene prodotta con i vigneti più anziani della proprietà, tanto che i più vecchi risalgono al 1933. Proprio da questi ultimi arriva la Schiava Grigia, la varietà dominante che compone questo vino fatto da un assemblaggio di diversi cloni di questo storico vitigno.

Sonntaler

Sonntaler Schiava 2019

CANTINA MERANO / MERAN KELLEREI

Cantina abbastanza giovane, la cantina di Merano si è fusa con la cantina di Marlengo nel 2010 e dall’anno successivo sono iniziati gli attuali lavori della moderna sede attuale.

Sala degustazioni della Cantina Merano

Sala degustazioni della Cantina Merano

Sono circa 260 ettari vitati la maggior parte nei dintorni di Merano , e hanno una posizione dai circa 350 ai 700 m s.l.m

Sono circa 380 soci.

Producono al contrario del trend attuale, 60 % di Rossi e 40 % di Bianchi. Il vitigno dove sono più concentrati è proprio la Schiava.

Stupefacente la parte della barricaia, dove maturano le principali riserve di Merlot Lagrein e Cabernet.

Barricaia della cantina Merano

Barricaia della cantina Merano

Festival Schiava Meranese Classica 2019

Schiava in purezza con Vinificazione in acciaio e maturazione per 5 mesi in botti grandi esauste.

Lamponi, fragola e sentori di frutta rossa con chiari richiami floreali che dominano l’olfatto.  In bocca fresco, immediato e croccante, con il suo caratteristico tannino morbidissimo.

Schiava

Schiava Meranese vs Schiava Val Venosta

 

Schiava Della Val Venosta 2019

Schiava in purezza con Vinificazione in acciaio e maturazione per 5 mesi in botti grandi esauste.

Si differenzia dalla precedente per le caratteristiche del territorio che ha una maggiore escursione termica tra giorno e notte. L’autunno godono di giornate ventose, l’inverno rigido può arrivare a neve e gelate, e poi l’estate regala giornate molto calde e povere di pioggia , dando una Schiava in generale più aromatica con un tannino più energico.

Al Naso è fresco, vivo e vibrante, con note di ciliegia e fiori, mentre al palato ha una buona acidità e una struttura armonica e decisa.

Fürst 2017

Proviene da un vigneto selezionato con una bassa resa per ettaro, a circa 350/450 m s.l.m.

Si tratta di un appezzamento esposto a sud con una lunga tradizione che conserva il sistema di allevamento a pergola incastonato tra vecchie mura di pietra e una resa per ettaro molto bassa.

Vinificazione in acciaio e maturazione in tonneau da 5 ettolitri x 12 mesi.

Rosso rubino molto scarico con riflessi granati dati dalla maturazione avvenuta ma che lascia spazio ancora a un lungo invecchiamento. Fiori e frutti rossi, mandorla e spezie dolci a completare il complesso bouquet. In bocca conserva la leggerezza del tannino, esprime la succosità del frutto e sfoggia complessità e grande eleganza.

Fürst Schiava

Fürst Schiava

KRANZELHOF GRAF  PFEIL

7 ettari di vigneto con una produzione totale di circa 40.000 bt divise in 15 etichette dalla micro produzione.  Grande passione, voglia di artigianalità e semplicità condita da intuizione, vocazione artistica e lungimiranza.

Il vigneto giardino della Cantina

Il vigneto giardino della Cantina Kranzelhof

Il proprietario, Franz Graf von Pfeil, ha reso la sua vigna un vero e proprio giardino delle sorprese, che nasconde un particolarissimo labirinto di vigneti che lo rende un posto più unico che raro, disseminato di statue e pezzi di arte moderna, laghetti, fiori e alberi rari e paesaggi di rara bellezza e biodiversità. Il tutto accompagnato da un agriturismo dove anche il cibo riesce a stupirti piacevolmente con una cura del dettagli e della qualità che non ti aspetti.

Il proprietario Franz Graf von Pfeil all'ingresso del suo vigneto giardino

Il proprietario Franz Graf von Pfeil all’ingresso del suo vigneto giardino

Il suo Maso è così originale da essere diventato un polo di attrazione che richiama visite e turisti da tutto il mondo. E ne vale la pena

Tutto gira intorno alla natura nelle sue splendide forme artistiche.

Lo stesso spirito artistico è utilizzato per la produzione dei vini per i quali ci sono 4 regole principali che ne governano la produzione: Pulizia , Zolfo, Botte piena, Rapidità nel curare il vino quando ne ha bisogno. Si definisce un “accompagnatore a far nascere ciò che si manifesta” e i suoi vini lo rappresentano pienamente.

La Cantina Kranzelhof

La Cantina Kranzelhof

Schiava Baslan 2016

Schiava in purezza.

Dal rosso rubino scarico escono piacevoli frutti rossi di bosco accompagnati da spezie e note di mandorla. Al palato la morbidezza del tannino, accompagnato da una buona freschezza, carezza il palato e persiste in un gradevole finale. Si contraddistingue dalla solita delicatezza della Schiava con una versione più articolata e profonda, di grande personalità che porta con coraggio e orgoglio qualche anno in più sulle spalle.

Schiava

Schiava Baslan 2016

Dorado 2008

Un’incredibile Schiava in purezza proposta in versione dolce. Una sperimentazione simbolo dell’impegno e della fantasia artistica che anima questa cantina.

 

La Schiava vinificata dolce

La Schiava vinificata dolce

 

CANTINA DI CALDARO / KALTERN KELLEREI

Nata all’inizio del secolo scorso nel luogo di cui porta orgogliosamente il nome e che ha contribuito fortemente a valorizzare. Un posto che rappresenta una delle zone vitivinicole più importanti dell’Alto Adige, oltre che affascinante per il suo splendido lago incastonato tra montagne e dolci pendii. Un secolo di storia che segue l’intreccio degli avvenimenti storici e di ben 5 cantine che si sono fuse e riunite in questa cooperativa che dal 2016 ha il suo assetto definitivo e conta 650 soci e 450 ettari di vigneti.

Cantina di Caldaro

Pfarrhof Kalterersee Cantina di Caldaro

Pfarrhof, Kalterersee Classico Superiore 2014

Dalla denominazione dell’Alto Adige Kalterersee , con 95% di Schiava e 5% di Lagrein e una maturazione di 6 mesi parte in acciaio e parte in legno, nasce questo vino dal colore rosso rubino scarico con piacevoli sentori di fragola, amarena e bacche rosse e il tipico richiamo alla mandorla. Al palato è gradevolmente fresco, di facile beva e di splendida morbidezza al palato con un finale coerente e persistente.

MURI-GRIES

Nasce nella terra di un convento benedettino, che si concentra nella produzione vitivinicola a partire dal 1845 per arrivare nei primi anni del novecento a produrre il vino di Muri-Gries che ancora oggi conservano le lavorazioni tradizionali e rigorose utilizzate dai monaci, unite alle tecniche più moderne. La sua produzione è incentrata sui vini rossi, con il Lagrein a far da padrone.

 

Schiava di Muri-Gries

Schiava di Muri-Gries

Santa Maddalena Classico 2019

Da Schiava unita come tradizione del St Maddalena a una piccola percentuale, in questo caso  del 5%, di Lagrein. Prodotto nei vigneti intorno alla conca di Bolzano ad unaltitudine di circa 350-450 m s.l.m. e affinato in acciaio.

Dal colore rosso rubino, e profumi di lampone, mora, mirtilli e una parte di sentori terziari e cioccolato donato dal Lagrein, con una tessitura elegante, un tannino ben integrato e una piacevole persistenza.

KANDLEROF SCHLOTER PÖCK

Una cantina dalle antiche origini risalenti al 1278 e al tempo conosciuta come Dornhof fino all’arrivo di Josef Anton Schloterpõck che la rilevò nel 1777 e il nuovo appellativo deriva dal soprannome di Kandler con il quale era conosciuto. La tenuta, piccolissima, si trova nella zona di Bolzano e gode di una posizione molto bella.

Schloter Pöck St. Maddalena

Schloter Pöck St. Maddalena

Schloter Pöck St. Maddalena

Prodotto da uve Schiava coltivate a pergola con un 5%, di Lagrein , e una maturazione di 12 mesi in botti grandi di rovere.

Ritroviamo il brillante colore rubino e i sentori fruttatu che spaziano dalla ciliegia all’amarena, con toni di violetta e speziatura molto delicata. Al palato morbidezza e acidità si fondono in una struttura intensa e persistente.

 

MARKUS PRACKWIESER GUMP HOF

La cantina è situata alle porte della valle del fiume Isarco, una zona meno rilevante ma che dona caratteristiche peculiari ai vini dell’Alto Adige, ed è storicamente più vocata per i bianchi. I rossi hanno comunque trovato uno sviluppo interessante e hanno saputo affermarsi negli anni grazie allo sviluppo di una spiccata acidità che gli dona un lato croccante e ottima freschezza. I vigneti di questa tenuta sono situati ai piedi del massiccio dello Sciliar con pendii tra il 50% ed il 70%, ossia tra i più scoscesi dell’Alto Adige e combattono con venti e clima freddo e condizioni non facili, ma riescono a produrre alcuni dei vini più rappresentativi e ben riusciti della zona. Gli sbalzi di temperatura gli donano infatti profumi più intensi e grande struttura.

Schiava Mediaevum 2019

Schiava Mediaevum 2019

Schiava Mediaevum 2019

Schiava in purezza coltivata a pergola che affina in acciaio con 1/3 di maturazione in botte grande per circa 6-8 mesi.

Rosso rubino brillante con sentori di frutta rossa, nei quali spiccano lampone e ciliegia. Al palato un’elegante e delicate trama tannica, freschezza e bella persistenza.

 

CASTEL SALLEGG

Sulle rive di Caldaro è situata questa splendida proprietà del Conte Georg von Kuenburg, dominata da un castello circondato da vigneti. Con 6 generazioni che si sono susseguite a partire dal 1851, rappresenta una delle cantine a conduzione familiare più antiche della zona. L’imponente fortezza dove avviene la produzione scavata in 4 piano sotto terra, risale invece agli anni 1000, testimoniando la lunga tradizione vitivinicola di questa terra.

Sulle rive di Caldaro è situata questa splendida proprietà del Conte Georg von Kuenburg, dominata da un castello circondato da vigneti. Con 6 generazioni che si sono susseguite a partire dal1851, rappresenta una delle cantine a conduzione familiare più antiche della zona.

Castel Sallegg ha una cantina antichissima per affinare i suoi vini nel punto più profondo del castello, a 11 metri di profondità, che risale almeno a 1000 anni fa.

Bischofsleiten 2019

Bischofsleiten 2019

Bischofsleiten 2019

Questo vino prende il nome da Bischofsleiten che in tedesco significa collina del vescovo, poiché un tempo i terreni dai quali proviene appartenevano al principato vescovile di Trento. Il Bischofsleiten è un singolo vigneto particolarmente vocato per la viticoltura.  Coltivati a pergola, i vigneti si arrampicano su importanti pendii e godono della giusta esposizione che favorisce una perfetta maturazione con un’altitudine di circa 230-280 m s.l.m. .

La Schiava, affinata per 4 mesi in acciaio, dà questo vino dal colore rosso rubino scarico, che rappresenta un punto di riferimento dei vini di Caldaro, con i suoi sentori di frutta rossa croccante, ciliegia, lampone e fragola, ai quali si aggiungono viola e mandorla e note speziate. Discretamente fresco, delicato e carezzevole al palato, si presenta con una tessitura elegante e una bellissima persistenza dove ritorna il fruttato.

Vi consiglio vivamente di fare un bel viaggio in Alto Adige alla scoperta di queste strepitose cantine e dei loro vini che valgono veramente la pena.

Potete trovare tutti i dettagli sulle cantine e anche il modo di acquistarli al meglio sul sito dei

Vini dell’Alto Adige. Vai

————————————————

#followmywinepassion #vinotv

#wine #winetime #winery #winelover #vineyard #vigneto #winetasting #winetravel #chiaragiannotti

#altoadige #iobevoaltoadige #altoadigesüdtirol #altoadigewines

0

Log in with your credentials

Forgot your details?