Articolo a cura di Saula Giusto
Il 18 novembre scorso è stata presentato a Roma, alla stampa specializzata, nella splendida cornice di Palazzo Rospigliosi, il Chianti Classico Gran Selezione 2016, la tipologia che risulta essere l’espressione di qualità elevata nell’ambito della denominazione.
Una presentazione di gran pregio ed interesse già solo per la grande qualità dei vini in degustazione e per il racconto di una produzione e di un territorio d’elezione, che ha goduto di un grande up grade di valore grazie alla conduzione di due personaggi del mondo del vino estremamente noti e competenti.
Abbiamo avuto il privilegio di ascoltare Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, che sa raccontare la storia del Gallo Nero e del Chianti Classico con semplicità ma grande precisione. Manetti sa anche mantenere sempre viva l’attenzione della platea, poiché in grado di trasmettere il proprio grande coinvolgimento e convinzione nel portare avanti, assieme al consorzio tutto, un trend di sempre maggiore qualità.
Il secondo relatore di grande importanza era il noto wine expert, giornalista e scrittore di fama internazionale Ian D’Agata, che si può considerare uno dei maggiori esperti di questo territorio superbo.
Ian ci ha condotto in un viaggio ideale tra le terre del Gallo Nero, attraverso una descrizione minuziosa e profonda delle differenze di clima, altitudine, escursioni termiche e, soprattutto, composizioni del terreno, che rivelano come si possa parlare di veri e propri crus che potremmo gemellare con quelli borgognoni.
Ma cosa s’intende per “Gran Selezione di Chianti Classico”?
La Gran Selezione è una tipologia di Chianti Classico creata dal consorzio solo nel 2014, che oggi rappresenta il 6% della produzione totale di 130 aziende consociate.
La menzione ‘gran selezione’ è’ attribuita ai vini DOCG Chianti Classico che rispondono alle seguenti caratteristiche:
- i vini devono essere ottenuti unicamente dalle uve prodotte dai vigneti condotti dall’azienda e da una singola vigna o da una selezione delle migliori uve aziendali.
- Devono presentare caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche d’eccellenza e devono essere ottenuti con rese per ettaro almeno pari a quelle previste per i ‘superiore’.
- Devono essere sottoposti a un periodo d’invecchiamento almeno pari a quello dei vini ‘riserva’: in particolare i Chianti Classico gran Selezione possono essere immessi sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di affinamento in bottiglia, come per la “Riserva” il cui periodo di invecchiamento però rimane di due anni (12 mesi per l’annata).
Abbiamo avuto occasione di degustare e farci raccontare un millesimo di Gran Selezione particolarmente felice e a tal proposito il Presidente Manetti ha voluto sottolineare: ““Come produttori di vino Chianti Classico non possiamo che essere orgogliosi di presentare il frutto di una vendemmia come la 2016, non solo per la forte valenza simbolica che ha per il territorio e per le nostre radici, ma anche perché il nostro impegno verso la qualità in ogni nostra etichetta, complice l’annata eccezionale, è stato riconosciuto dalla critica italiana e internazionale. Dopo tre anni, non poteva essere questa occasione migliore per tornare a incontrare, uniti dal marchio Chianti Classico, i professionisti del settore e la stampa romana, su una delle piazze più competitive del paese.”
La 2016 si è rivelata, infatti, un’annata equilibrata, dalle condizioni ed andamento climatico molto favorevoli e regolari, che i viticoltori del Chianti Classico hanno trasformato in risultati premiati da tutte le più importanti testate italiane ed internazionali.
Con grande nostro apprezzamento, insieme alla Gran Selezione sono stati presentati anche ben 60 Chianti Classici e Riserva del medesimo millesimo, per celebrare degnamente i 300 anni dalla prima definizione dei confini della zona produttiva dell’odierno Chianti Classico, determinata nel 1719 dal Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, che con un celebre bando istituì la prima denominazione “ante litteram” d’Italia.
Per quanto riguarda la bellissima degustazione offerta dal consorzio dei ben 12 Chianti Classici Gran Selezione, Ian D’Agata ci ha fatto idealmente attraversare i differenti crus della zona, determinata dal disciplinare del Chianti Classico, partendo da una distinzione per comuni ed approfondendone le peculiari differenze che determinano sfumature gustative a volte anche nette tra i vini prodotti.
Siamo partiti da Greve in Chianti.
Il territorio di Greve in Chianti è caratterizzato innanzitutto da due lunghe valli che lo percorrono da sud verso nord: la Val di Greve e poi la Val di Pesa.
In entrambe queste valli, i lati generalmente più adatti alla coltivazione della vite e del sangiovese sono quelli posti alla destra orografica dei rispettivi fiumi. Si possono poi individuare due grandi sottozone. La prima corrisponde praticamente a tutta la Valle della Greve, dove si trovano per esempio le famose località di Ruffoli e di Lamole; la seconda si colloca quasi a metà della Val di Pesa ed è conosciuta come la Conca d’Oro di Panzano.
Gran Selezione 2016 – Tenuta I Fabbri (in formato Magnum)
Greve in Chianti – Lamole:
Le colline di Lamole si presentano come alcune tra le zone più alte del Chianti Classico, con vigneti siti per lo più tra i 500-650 metri su colline estremamente ripide e terrazzate. L’altitudine e la notevole escursione termica giornaliera contraddistinguono questa zona. La geologia del luogo si presenta con prevalenza del cosiddetto macigno chiantigiano, un misto di rocce di alberese e galestro, con inserti scistosi e quarziferi, ricco in ferro e manganese e con una buona permeabilità. La situazione pedoclimatica e geologica della zona, regalano vini più scarichi di colore ma di grande eleganza e finezza, con un’accentuata acidità e complessità aromatica.
Uve: Sangiovese grosso di Lamole 100% , attentamente selezionato solo nei vecchi vigneti coltivati a 550 mts; affinamento: in un tonneaux da 1500 lt di rovere francese per 24 mesi.
Al naso si presente molto tipico e classico, con una perfetta fusione di fiori e frutta, viola, ribes, ciliegia e fragola, poi tabacco biondo, cacao amaro e grafite. Al palato estremamente fresco e giovane, rispondente, dal tannino e acidità ancora prevalenti, ma dalla certa promessa di un futuro equilibrio. Lunghissimo e dal frutto netto nel finale.
Gran Selezione Vigna Vecchia 2016– Vecchie Terre di Montefili
Greve in Chianti
La gran parte dei vigneti è posta ad una altezza compresa tra i min. 250 e circa max. 650 metri, dove il clima è piuttosto fresco e ventilato durante tutto l’anno. Il suolo è composto principalmente da galestro ed una certa quantità di argilla e si presenta con un’alternanza di strati d’arenaria di colore grigio, tendenti all’azzurro. Anche questa è condizione ideale perché il suolo galestroso consente un perfetto drenaggio ed una profonda penetrazione delle radici della pianta. L’argilla, d’altro canto, fornisce le sostanze minerali necessarie al suo metabolismo. Il suolo, non fertile, ma ricco di minerali, lascia un’impronta molto marcata nel corredo organolettico dei vini di Greve, manifestandosi con eleganti note minerali sempre presenti in sottofondo.
Uve: Sangiovese 100%; Fermentazione spontanea con lieviti indigeni e macerazione in acciaio; affinamento 26 mesi in rotazione tra botti da 30hL e botticelle da 10hL + in bottiglia min. 8 mesi.
L’olfatto è tutto giocato su dolcezza del frutto, soprattutto ciliegia e melagrana maturi, sul cioccolatino boero, roselline, qualche spezia ed un leggero sbuffo di vaniglia. Al palato è morbido, setoso, di maggiore struttura, ben bilanciato da un’acidità quasi agrumata e dal sorso appagante. Lungo e netto nel finale.
Gran Selezione 2016 – Tenuta di Liliano
Castellina in Chianti
un territorio con almeno due versanti molto diversi, con presenza in generale di un suolo misto di marne calcaree, galestro e poca argilla, ma in cui l’alberese determina e divide la zona. In genere può essere definito un Chianti Classico di montagna dove i vigneti vengono coltivati fino a 600 mt. Come caratteristiche dei vini possiamo dire freschezza, immediatezza e piacevolezza di beva, molto minerali a nord mentre l’argilla pliocenica a sud dà più complessità e dolcezza ed in cui si ottengono vini molto ben strutturati, intensi e adatti a un lungo invecchiamento in bottiglia.
Uve: 5% Colorino, 5% Merlot, 90% Sangiovese. La fermentazione alcoolica avviene in vasche di acciaio di piccole dimensioni con controllo della temperatura; al termine della fermentazione malolattica, il vino affina in parte in botte grande e in parte in tonneaux di rovere francese per circa 15 mesi a cui segue seguono almeno 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Al naso si rivela tipico e ‘classico’, con grande presenza di ciliegia fresca, melagrana e scorza d’arancia, poi viola, rosa rossa, smalto e polvere da sparo. Al palato di maggior corpo, vellutato, dal tannino e freschezza più addomesticati, potente, lungo e rispondente.
Gran Selezione Tenuta di Fizzano 2016 – Rocca delle Macìe
Castellina in Chianti, con componente argillosa maggiore e più calda.
Uve: Sangiovese 95%, Merlot 5%. Le uve provengono esclusivamente dalla Tenuta di Fizzano. Dopo la fermentazione il vino matura in botti di rovere francese da 35 hl per circa due anni, mentre una piccola parte matura in barriques da 225 lt per alcuni mesi. Dopo il blend il vino affina in bottiglia per un anno.
Naso più scuro, profondo, in cui il frutto presente è il mirtillo e l’amarena, a cui segue una componente floreale molto forte e tipica, lo smalto, il tabacco, il cioccolato fondente e la canna di fucile. In bocca è più pronto, caldo vellutato e suadente, meno fresco, ma appagante e sempre lungo.
Gran Selezione Rialzi 2016 – Frescobaldi Tenuta Perano
Gaiole in Chianti
I vigneti si trovano ad un’altitudine compresa tra i circa 350 ed i 550 mslm. Per quello che riguarda la composizione geologica del terreno, qui le cose si complicano e i suoli variano tanto da zona a zona. E’ comunque possibile individuare un elemento comune ai terreni tutte le diverse aree: uno scheletro composto principalmente da sassi e ciottoli di galestro e da un misto di calcare e scisto. Per il resto si può parlare di un territorio variegato, dal tufo di San Giusto a Rentennano e Monti in Chianti, al Valdarno e il suo sale, fino alle arenarie dei Monti del Chianti. Forse Gaiole dovrebbe avere almeno tre sottozone, tenendo presente che in certi vigneti si ha addirittura un mosaico composto da 3 o 4 tipi di suolo. Le temperature sono quelle classiche del clima continentale (estati torride e inverni rigidi), con discrete escursioni termiche.
Uve Sangiovese 100%. La fermentazione avviene in tini di acciaio inox a
temperatura controllata con macerazione sulle bucce e delicati rimontaggi. Affinamento per 36 mesi di cui 24 in barrique, a cui segue ulteriore affinamento in bottiglia.
Scuro e consistente, al naso è dolce e suadente e sa di fragola, ciliegia e fiori, a cui si fondono note tostate di caramello (che svelano un passaggio in botte ancora da digerire), seguite da un netto smalto e cioccolato al latte. In bocca è molto morbido e setoso, dal tannino ben vivo, con note tostate presenti anche in bocca, che dovranno essere smaltite con il tempo. Lungo ed appagante.
Gran Selezione La Casuccia 2016 – Castello di Ama
Uve: 80% Sangiovese, 20% Merlot. Fermentazione indotta da lieviti indigeni e separata per varietà in vasche di acciaio a temperatura controllata tra i 30° e i
33°C, con rimontaggi manuali con una permanenza complessiva pari a 27 giorni per Il Sangiovese e 25 giorni per il Merlot. Dopo la svinatura, il vino è passato in barriques per effettuare la fermentazione malolattica. Affinamento in barriques di rovere a grana fine per il 40% nuove e per il resto usate di un anno.
Al naso presenta un corredo differente rispetto ai precedenti, tutto giocato su note agrumate, di scorza d’arancia, visciole, seguite da tabacco, grafite, spezie scure, pepe e incenso, tabacco, viola e rosa appassite. Al palato è potente, caldo, sinuoso, molto rispondente, grazie alla speziatura, che persiste in lunghezza assieme ad una netta liquirizia.
Gran Selezione Vigna il Corno 2016 – Castello in Radda
Radda in Chianti
Anche qui nel descrivere questo terroir non si può troppo generalizzare e bisogna distinguere almeno tre sottozone: nord (dove si trova più macigno chiantigiano), centro (più calcareo) e sud (maggior argille). In generale, anche qui i vigneti si coltivano tra i 250 e i 550 e godono di ottima esposizione e ventilazione. Nei terreni argillosi, ricchi di scheletro, sono presenti ghiaie di albarese e galestro che assicurano un giusto drenaggio e conferiscono particolare mineralità e sapidità al vino.
100% Sangiovese. Le uve utilizzate provengono da un solo vigneto situato nella zona denominata “Il Corno” a circa 400 m s.l.m., con esposizione sud; l’’età della vigna è di 20 anni. La fermentazione alcolica avviene in tini di acciaio INOX di 50 hl, con macerazione sulle bucce per 4 settimane circa. La fermentazione malolattica avviene totalmente in tonneaux nuovi da 5 hl con permanenza sulle fecce fini per circa 5 mesi. L’invecchiamento prosegue negli stessi tonneaux per altri 20 mesi. L’ affinamento in bottiglia prima della commercializzazione è di almeno 12 mesi.
Naso più leggiadro e floreale, con viola e rosa protagoniste, a cui seguono nette note dolci di vaniglia, scorza d’agrume candita, tamarindo, melagrana matura, ciliegia, cioccolatino boero ed un leggero incenso. Impatto in bocca pieno, decisamente caldo, dal tannino estremamente setoso ma ben presente, giustamente fresco e sapido, equilibrato. Lungo e pulito nel finale.
Gran Selezione Coltassala 2016 – Castello di Volpaia
Radda in Chianti
Uve: Sangiovese 100%. La fermentazione è avvenuta grazie a lieviti autoctoni. Il pigiato ha fermentato ad una temperatura controllata tra 27°C e 30°C in vasche di acciaio inox. Nella prima fase di fermentazione, durata 14 giorni, sono state eseguiti due cicli di follature al giorno, per avere una maggiore estrazione di sostanze “nobili” dalle uve. Dopo una macerazione sulle bucce di ulteriori 10 giorni si è innescata la fermentazione malolattica. A fine inverno il vino è stato travasato in barriques di rovere di Allier per l’affinamento di circa 18 mesi.
Al naso anche questo Gran Selezione è decisamente floreale, dolce, speziato (soprattutto tabacco e chiodo di garofano), poi arriva la ciliegia matura, la fragola, il melagrano, seguiti da una elegante nota smaltata, grafite e polvere di cacao. Al palato mi colpisce per l’estrema rispondenza e l’eleganza, creata dall’ottimo connubio tra eleganza, sapidità e tannini vellutati, in un corpo di tutto rispetto. Estremamente lungo.
Gran Selezione Il Grigio 2016 – San Felice
Castelnuovo Berardenga
Il territorio di questo comune forma idealmente due ali a forma di farfalla e si distingue per la sorprendente estrema diversità dei suoli. L’ala destra si presenta più semplice a livello geologico: vi si trova una buona quantità di macigno di arenaria, con pH neutri o sub acidi, suoli assai poveri in limo ed argilla che costringono l’apparato radicale della pianta a scavare in profondità, creando vini fini ed eleganti. Spostandoci più a ovest incontriamo una formazione geologica particolare, costituita da galestro rosso e minerali, che contribuisce a disegnare vini di carattere, dai colori più intensi, chiusi e profondi da giovani, ma longevi ricchi di sfumature. Ancora più a Ovest, verso il fiume Arbia (l’ideale tratto di divisione fra le due ali e fra due ere geologiche), si nota la presenza di macigno di alberese. In questa area si creano vini più acidi e tannici. Se attraversiamo il fiume Arbia per addentrarci nell’ala sinistra della farfalla, le cose, geologicamente, si complicano: non possiamo più parlare di uniformità. Intanto si tratta di suoli più giovani, di natura sedimentaria, risalenti al Pliocene, dove non è infrequente incontrare il cosiddetto pillolo e sassi rotondi di origine fluviale-alluvionale. Nella parte meridionale, più calda e ricca di sodio, si ottengono vini più rotondi e piacevoli ma meno strutturati. Più a nord le altitudini significative e la freschezza del microclima contribuiscono alla netta distinzione nel carattere dei vini: sono più affilati, nervosi, taglienti e spesso floreali.
Uve: Sangiovese 80% ; Vitigni autoctoni 20%: Abrusco, Pugnitello, Malvasia Nera, Ciliegiolo, Mazzese. Fermentazione alcolica in acciaio, con macerazione di 22 giorni a temperatura di 28-30° C. Ogni varietà viene vinificata separatamente. Fermentazione malolattica e maturazione in legno per 24 mesi. 50% botti 60-100 hl in Rovere di Slavonia e 50% in fusti di Rovere francese da 225 e 500 litri. Affinamento in bottiglia 8 mesi.
Naso scuro, profondo, in cui prevale il mirtillo, l’amarena, la grafite, la canna di fucile; poi arriva la violetta, la noce moscata, una lieve liquirizia e un soffio balsamico. Molto equilibrato, vellutato, dai tannini estremamente serici ma dal nervo acido ben vivo. Ottima la lunghezza pulita e rispondente.
Gran Selezione Colonia – Fèlsina
Uve: 100% Sangiovese. Dopo la pigiatura e diraspatura delle uve selezionate, inizia la fermentazione tra i 28°C e i 30°C. L’intero processo di macerazione in vasche di acciaio per 16-20 giorni con follature automatiche e rimontaggi giornalieri. A marzo-aprile il vino nuovo è trasferito in barrique nuove di rovere francese e dopo oltre 30 mesi di maturazione ne segue l’assemblaggio e l’imbottigliamento. In vetro l’affinamento è garantito per almeno 8-12 mesi prima della commercializzazione.
Il naso è tutto giocato sull’eleganza e risulta subito estremamente fuso, complesso e più maturo: predomina la scorza d’arancia, il tamarindo, la granatina, a cui segue la ciliegia in confettura, la viola appassita, poi una spezia molto fine (chiodo di garofano, noce moscata, cannella ed un lieve incenso). Al palato è altrettanto raffinato, estremamente rispondente, dalla freschezza integra, ma già suadente e pronto. Interminabile, dalla speziatura che sosta per minuti e minuti.
Gran Selezione Vigna di Bufati 2016 – Casa Emma
Barberino Val D’Elsa
Barberino è una zona più “minuta” rispetto alle precedenti: si trova sul versante centro occidentale della Docg (con il 5% del totale dei vigneti) e insiste sulla Val d’Elsa, posto bellissimo con vigneti che guardano San Gimignano e la costa. Il clima, infatti, gode dell’aria aria calda che arriva dal mare che influisce sulla maturazione. I terreni risultano soprattutto galestrosi, ma anche con componenti di alberese e altre argille. Vi producono solo 15 aziende o poco più, ma tutte vicine e molto attente alla qualità.
Uve: 100% Sangiovese.
Al naso una punta verticale di alcol inizialmente colpisce, per poi essere sovrastata dai seguenti piacevoli sentori, molto dolci, di fragola in caramella a cui seguono note tostate e di vaniglia, cioccolato al latte, cioccolatino boero, tabacco biondo. Al palato è morbido, caldo tannico e presenta una curiosa nota di mora matura e piacevole tabacco, Lungo e leggermente vanigliato nel finale.
Gran Selezione Torriano 2016 – La Sala
San Casciano Val di Pesa
Ci troviamo all’estremità Nord della denominazione del Chianti Classico. Qui i terreni sono molto omogenei, profondi, argillosi e con discreta presenza di scheletro di natura alluvionale. Prevalgono i calcari biancastri a frattura concoide, di età eocenica, ovvero l’Alberese, ma in alcune aree, come in quella de La Sala, ci sono terreni dalle tessiture più sciolte, in alcune vigne quasi interamente calcarei, che danno vini di grande mineralità e freschezza. I vigneti inseriti all’interno del crinale di Montefiridolfi sono invece quasi interamente esposti a sud e sud-ovest, con un’altimetria compresa tra i 250 ed i 350 mslm. Qui i terreni sono caratterizzati da una colorazione più rossa e sono più ricchi di argill e minerali, che creano vini molto strutturati e dai colori più intensi.
Uve 100% Sangiovese. Raccolta a mano; utilizzo di lieviti indigeni per la fermentazione che dura circa due settimane. Macerazione per tre settimane a temperature controllate non superiori ai 25°C. Lungo affinamento di 36 mesi in una singola botte di rovere francese non tostata da 38hl. Affinamento in bottiglia per min. 6 mesi.
Impatto olfattivo molto fruttato ed estremamente gradevole di fragola, ciliegia, melograno fresco e perfino di ribes rosso, a cui seguono note di viola e roselline rosa, cioccolato fondente, smalto e chiodo di garofano. Al palato è tra i più pronti: risulta gradevole è più “beverino” rispetto agli altri, già morbido ed equilibrato sulle durezze, magari meno strutturato ma piacevolissimo e, comunque, sempre lungo e pulitissimo nel finale.
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