È arrivata una grande novità : Il Brutto , il Prosecco Colfondo presentato dalla Cantina Montelvini, uscito per la prima volta in commercio con sole 2.500 bottiglie prodotte.
Ma cosa significa #colfondo ?
È una pratica antichissima, potremmo definirla ancestrale, che era stata praticamente abbandonata per potersi dedicare alla più facile e controllata rifermentazione in autoclave. Oggi è stata recuperata da molte cantine e sta avendo un’attenzione particolare e crescente da parte dei consumatori.
Fondamentalmente si tratta di un “frizzante a rifermentazione naturale in bottiglia”.
Il suo nome deriva dal residuo sul fondo della bottiglia dei lieviti utilizzati per le rifermentazione in bottiglia. Questi ultimi non vengono infatti filtrati o alienati tramite la rinomata pratica del degorgement utilizzato normalmente nel metodo classico.
Oggi la si ritrova nelle due principali zone Docg di produzione del Prosecco Superiore: #valdobbiadene e #asolo.
È a questa seconda che appartiene Il Brutto di Montelvini.
Hanno deciso di dargli il nome Il Brutto, ma in realtà sprigiona bellezza. Perché l’aspetto torbido tipico di questa tipologia, suggerisce una bellezza interiore fatta di sincerità , genuinità , autenticità , quella che definiamo oggi “ NoFilter “. Essenziale è infatti che il frutto sia sano e le manipolazioni in cantina sono ridotte al minimo con bassi lieviti e solfiti, la rifermentazione avviene in maniera spontanea senza aggiunta “liqueur de tirage” quindi senza aggiunta di lieviti e zuccheri.
Una bellezza fatta di piacevolezza di beva, che rende questo vino fresco, intenso e molto trasversale.
Al naso sprigiona netti i sentori dei lieviti, mela verde e lime, uniti alle caratteristiche peculiari dell’uva Glera con cui si producono tutti i Prosecco.
Per consumarlo ci sono due diversi metodi :
Si può da un lato far sedimentare sul fondo i lieviti lasciando la bottiglia in verticale per almeno due giorni e versare poi in Caraffa il vino lasciando da parte il deposito.
Per i veri amanti del genere invece è consigliabile agitare la bottiglia in modo che questi lieviti si mischino con il resto del vino, e versarlo direttamente nei bicchieri, apprezzando ancora di più il colore velato e gli aromi di crosta di pane che si ritroveranno nel bicchiere.