Un’azienda dove si respira serietà e passione, cortesia e tanta tanta simpatia.
A partire dalla Cara Daria Garofoli che ci accoglie in cantina con il bravo e giovane figlio Gianluca.
Entriamo così nel vivo della storia di una delle realtà più antiche e più importanti della viticoltura marchigiana.
Pare fosse infatti già esistente dall’inzio del 1900 se non addirittura prima, come produttrice di vini locali, e si afferma come vero e proprio marchio “Garofoli” solo nel dopoguerra, come successo a molte delle aziende italiane. Alla fine degli anni quaranta erano già così rinomati da imbottigliare in bordolese serigrafata con il proprio nome.
Tempi più duri cominciarono invece quando la loro antagonista Fazi Battaglia uscì fuori nel 1953 con la famosa bottiglia a forma di anfora diventando leader assoluto nella produzione del Verdicchio. Inutili furono i tentativi di competere con anfore simili, come fecero gran parte dei produttori di questo vitigno autoctono, perché si rimaneva sempre “anfore di serie B”.
Fu così che Garofoli, dopo estenuanti e vani tentativi di emergere con un anfora propria, dotata addirittura di monetina al collo al posto della pergamena utilizzata dal diretto concorrente, decise nel 1981, di tornare alla bordolese con orgoglio e lanciare sul mercato il “Macrina“, un Cru, presentandolo come l’altra faccia del Verdicchio.
Da qui riuscì a riprendersi il proprio mercato, a far fruttare gli anni di sperimentazione e ricerca effettuati nei vigneti ed in cantina, ed a ripartire con un nuovo slancio che l’ha portata poi a diventare uno dei player di riferimento nella produzione di questo vitigno straordinario. Crearono poi il “Podium” ed il “Serra Fiorese“, due grandi vini di successo, che rivisitavano il Verdicchio in chiave più moderna e strutturata, uno con vendemmia tardiva ed uno riserva, che puntavano sulla qualità della materia prima e sull’attenta lavorazione in cantina e che diventarono punti di riferimento indiscussi della zona.
Furono anche tra i primi a dedicarsi alla spumantizzazione del Verdicchio con il metodo Classico, tanto da avere oggi una gamma di spumanti di tutto rispetto, che riposa nell’affascinante Caveaux a temperatura controllata.
Nei Rossi hanno ottenuto i migliori successi con il Rosso Conero, in particolare spicca il Conero Riserva Docg, Grosso Agontano, un Montepulciano in purezza, con una finezza particolare, sorretta da una struttura importante ma avvolgente, ricca di sentori di frutti rossi selvatici, come le marasche e spezzati come la liquirizia. Buona persistenza nel finale, molto piacevole e morbido.
Ho avuto la fortuna di degustarlo del 2009 e del 1998 in formato Magnum, insieme agli altri principali vini della Cantina, il tutto accompagnato da un delizioso pranzo organizzato dalla famiglia Garofoli per la visita Agivi, i giovani imprenditori del Vino, di cui Gianluca stesso fa parte.
Un pranzo nel quale regnavano semplicità, tradizione, qualità e cura dei dettagli, tutte caratteristiche che rispecchiano in pieno la filosofia dei proprietari e che si ritrovano in ogni angolo della Cantina, dai quadri ai fiori, oltre che nella produzione dei loro fantastici prodotti. Ringrazio quindi la famiglia Garofoli per la bella esperienza che ci hanno regalato.
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