Energia, Modernità, Innovazione ecco le caratteristiche più spiccate della Cantina CasalFarneto
Ci accolgono con immensa gentilezza ed allegria il proprietario PaoloTogni con il Direttore Tecnico DaniloSolustri e la vulcanica direttrice Export IlariaIppoliti.
Sono tra le più giovani Cantine della zona. Nascono più di 50 anni fa come produttori dello Spumante RoccadeiForti, con 13 milioni di bottiglie, e sono poi passati a commercializzare acquaminerale, in due fonti, SanCassiano e Fabriano con 270 milioni di pezzi, un numero che fa impallidire chiunque,. Nel 1995 decidono di dedicarsi anche al vino per valorizzare la loro territorialità e puntare sulla lavoro agricolo di qualità. Progetto che vogliono ampliare ulteriormente con l’inserimento di una birraartigianale locale. Paolo segue il tutto con la sorella, ma sorridendo ricorda che il padre, di 86 anni, pretende ancora di supervisionare il tutto.
Iniziano a produrre Verdicchio in una casa Colonica, per poi costruire ex novo nel 2005 una Cantina interrata su una bellissima Collina con una vista a 360° che affaccia direttamente sulla proprietà agricola di 60 ettari di cui 32 a vigneto. Si può anche salire sul tetto per godersi appieno la vista mozzafiato.
25 ettari sono dedicati alla Doc del Verdicchio Classico, gli altri 7, collocati nella parte più bassa, al Rosso Piceno, con Montepulciano, Sangiovese ma anche Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon.
I nuovi vigneti sono passati dai 1.300 ceppi per ettaro ai 4.300.
Si trovano nella Vallata del fiumi Misa, con medio impasto più sabbioso e minerale rispetto a quello del fiume Esino, che è più argilloso ed acido e conferisce più struttura.
L’enologo che li segue è Franco Bernabei e producono 4 etichette con il Verdicchio, ma hanno un gamma allargata anche ai nuovi vitigni in voga come il Pecorino e la Passerina.
Tutta la tecnologia è all’avanguardia, con temperatura costante a 17°C., ed ha una capienza per arrivare a 1.200.000 bt, il doppio di quelle attualmente prodotte.
Ci ospitano per un bellissimo pranzo organizzato nella sala degustazioni, dove ci fanno assaggiare i loro 4 prodotti a base Verdicchio. Iniziamo con il Fontevecchia, che ha su l’etichetta celebrativa dei 20 anni dell’Azienda, ed esprime la tipicità del vitigno, nella sua freschezza, nei profumi di fiori bianchi e nel finale ammandorlato. Segue il Surmaturo, GranCasale, più morbido, con sentori di frutta tropicale, pesca, ed un leggerissimo sentore di vanigliato conferito dal 10% che passa in botte. Il Crisio invece di botte ne fa per la fermentazione, per poi affinare in acciaio. Finiamo con un buon Cimaio, delicatamente dolce, creato con la muffa nobile su pianta, vendemmiato a Dicembre ed affinato metà in legno e metà in acciaio.
Il pranzo offerto era dedicato alla cucina strettamente tradizionale delle Marche. Creato per noi dallo Chef MarcoGiacomelli del Ristorante CoquusFornacis a Serra de’ Conti. Un locale ricavato appunto da una vecchia fornace, completamente ristrutturata e trasformata in una bottega del gusto, dove i prodotti tipici e le ricette tradizionali locali vengono sapientemente riproposte. Ci voglio assolutamente tornare a riassaggiare il Coniglio in porchetta che mi è piaciuto da matti.
La LonzinadiFico è uno dei piatti più tipici della cucina marchigiana. nasce nel periodo della mezzadria perché quando cadevano i fichi venivano raccolti e messi ad essiccare. Veniva poi fatta una pasta mischiandoli con miele e noci e conservata per affrontare l’inverno, da consumare per acquistare forza ed energia dato che è una vera e propria bomba calorica.
