Se c’è una persona del Mondo del Vino che stimo profondamente è proprio Ampelio Bucci.
In primis per la sua Signorilità, che lo rende un personaggio estremamente gradevole sempre. Secondo per la sua intelligenza spiccata, che lo ha reso uno dei player più importanti del mondo vitivinicolo. Terzo per la sua tenacia che ha saputo esprimere in maniera esemplare le qualità del Verdicchio. Quarto per la sua umiltà, che lo contraddistingue in ogni sua azione. Quinto per la sua lungimiranza che ha saputo donare longevità al Verdicchio e credibilità alla sua Azienda… credetemi potrei continuare ad elencare ancora per molto…. Ma se avete la fortuna di conoscerlo sarete i primi a voler continuare…
L’azienda agricola si compone di vigneti suddivisi in 6 diversi appezzamenti in modo da avere terroir ed espressioni differenti che vanno poi “sapientemente mescolati come fa un cuoco con gli ingredienti” per dirla come il caro Ampelio. Sono divise tra la zona di Serra de’ Conti e Montecarotto, ed hanno altezze ed esposizioni differenti. 2 degli apprezzamenti sono più giovani, l’ultimo è del 2003, con cloni da selezione interna.
Da 13 anni i terreni sono convertiti completamente al biologico, ed utilizzano vari metodi sperimentali, come quello di togliere via il legno marcio dalle viti con lo scalpellino, una sorta di riadattamento della tecnica di Simonit.
La vigna più vecchia ha almeno 52 anni, e da risultati eccezionali ma assorbe molte energie perché va curata pianta per pianta, ripiantando e curando vite per vite.
In Cantina spiccano delle grandi botti vecchie nelle quali Ampelio racchiude i suoi tesori. Il Verdicchio viene vinificato in acciaio, tenendo rigorosamente separati i vari vigneti. Dopo la vinificazione passano in varie botti, di circa 20 anni.
Molto interessante l’assaggio dalle 6 grandi botti, vecchie più di 80 anni, che nonostante siamo esauste, riescono a far esprimere il Verdicchio in modo assai differenti. Due erano così buone e pronte che me le sarei portata via anche in caraffa, le altre invece scalpitavano ancora di una freschezza troppo giovane, troppo pungente, ma comunque promettente. Grazie Ampelio per averci regalato questa divertente esperienza…
Per gli assemblaggi Ampelio segue questa filosofia: il Verdicchio Classico deve avere sempre la stessa coerenza, esprimere le stesse caratteristiche di tipicità e piacevolezza. La Riserva invece vorrebbe essere l’espressione più puntuale delle diverse annate, con le sue peculiarità, differenze e problematiche.
Villa Bucci 2010 ha profumi molto intensi, affascinanti ed una bocca piena ed equilibrata. Ma ancora di più mi ha colpito il 2007 con la sua complessità ed eleganza, ed un equilibrio da campione. Ottimo anche il 2004 , ma a lasciare senza parole è sicuramente il 2001. Oltre alla favolosa intensità del naso, conquista per La sorprendente acidità che ancora sprigiona. Un capolavoro. Arriva poi il 1988 con profumi talmente particolari che vorresti restare lì a scovarli tutti. Cerchi di fare i conti di quanti anni ha e non riesci a capire come possa essere ancora così perfetto, cosi chiaro nel colore, cosi piacevole al gusto, così affascinante al naso. Cari amici vorrei proprio invecchiare così bene anche io!!!!